La Badia di San Gemolo è un complesso architettonico di grande rilevanza storica e culturale. La chiesa, risalente al periodo tra il 1100 e il 1125, venne consacrata nel 1160. Nel corso dei secoli, ha subito diverse modifiche, tra cui l’aggiunta delle cappelle laterali alla fine del XVI secolo, la costruzione del chiostro nel XIV secolo e della foresteria con chiostro gotico nel XV secolo.
La leggenda di San Gemolo è strettamente legata alla fondazione della Badia. Si narra che nel 1047, il giovane diacono Gemolo, accompagnando suo zio, il vescovo di Pavia, in pellegrinaggio verso Roma, fu assalito e decapitato da briganti sulle rive del Lago di Ghirla. Dopo la sua uccisione, avvenne un evento prodigioso: Gemolo, portando in mano la propria testa, cavalcò fino a un colle nei pressi di Valganna, dove fu successivamente sepolto. Il luogo della sua sepoltura divenne teatro di numerosi miracoli, conducendo alla sua santificazione nell’XI secolo.
Un altro elemento leggendario associato a San Gemolo è la “Fontana dei sassi rossi”. Situata nelle vicinanze della cappella a lui dedicata, la fontana contiene pietre macchiate di un colore rosso vivo. La tradizione popolare attribuisce questa colorazione al sangue del santo, versato durante la sua decapitazione. Una spiegazione più razionale suggerisce che la colorazione sia dovuta alla presenza di un particolare tipo di lichene che tinge le pietre di rosso.
La Badia di San Gemolo rappresenta un importante patrimonio storico e spirituale della regione, intrecciando elementi architettonici di epoche diverse con tradizioni e leggende che arricchiscono la cultura locale.